O-Gloomy Plant

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view post Posted on 9/5/2016, 10:12

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~ FASE DI COMBATTIMENTO ~

Deynes Foulker vs. Mutant Zombie


mutant+zombie+2+copy



Deynes evitò la "martellata" per un soffio, essendo ancora a terra il solo spostarsi non gli garantiva una sufficiente agilità. L'orrendo braccio dell'essere, mancando Deynes, si schiantò sul pavimento e il forte rumore che provocò echeggiò per tutta la sala macchine. Quell'attacco poteva essere addirittura peggiore di quello di prima, probabilmente fatale.
Il mercenario USF non si fece però intimidire, e puntando la sua beretta contro l'orrendo mutante, fece fuoco. Due proiettili penetrarono la fronte del mostro, mentre i restanti tre colpirono poco sotto, uno al mento e gli altri due al collo, o meglio le zone dove più o meno dovevano trovarsi. Al contatto con i proiettili sparati dal mercenario, guizzi di sangue rosso sangue uscirono dalle ferite, sporcando il pavimento e i macchinari in prossimità, mimetizzandosi efficacemente con il rosso della luce d'emergenza della stanza.
Tuttavia, colpirlo in testa, nonostante fece per un attimo tentennare lo zombie, non segnò la sua fine. Il motivo fu subito chiaro a Deynes. Oltre le braccia, nel corpo ormai mutato dell'uomo, fuoriuscirono anche delle teste perfettamente formate, con un naso, due occhi e una bocca famelica, esatta copia dell'originale. Altre ancora non ancora complete, tappezzavano l'intero corpo di quello che una volta era un fisico umano, ormai troppo distante dai canoni di umanità e normalità.

Il disgusto verso il mutante, non identificato, era superato dalla preoccupazione che stava cominciando a impossessarsi della mente di Deynes: l'essere era ancora vivo nonostante i colpi subiti.
Anzi, come se nulla fosse accaduto, alzò nuovamente il braccio destro, il più mutato e grande, per poi scagliarlo nuovamente contro il soldato, nuovamente con l'intenzione di fracassargli la nuca.
Nel frattempo, il macchinario in cui si era conficcato il caschetto di Deynes, cominciò a fumare e produrre rumori strani. Probabilmente il caschetto, oggetto anomalo alla composizione del macchinario, aveva forse bloccato qualche processo che la macchina conduceva in automatico, conficcandosi lì dove non doveva. Nei quadranti, le lancette che forse indicavano l'anomalia, si muovevano impazzite e senza controllo, ma non vi era nessuno in quella stanza che poteva decifrare il messaggio che quelle lancette cercavano di segnalare.


CITAZIONE
-Per i giocatori non coinvolti allo scontro il post da master è il seguente: 5/5/2016, 12:17


Edited by ~Cloud - 9/5/2016, 11:38
 
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Strateia
view post Posted on 9/5/2016, 14:16




La situazione stava sfuggendo al controllo di Deynes. Il mostro si era appena "evoluto" e l'aria si stava scaldando per delle circostanze poco chiare ad egli. Maledizione.... L'ennesimo colpo stava per abbattersi su Deynes ma , questa volta , non si lasciò sorprendere e rotolò a destra , tentò di mirare alle teste del mostro e sparo altri 5 colpi. devo andarmene di qui!
 
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view post Posted on 9/5/2016, 14:49

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~ FASE DI COMBATTIMENTO ~

Deynes Foulker vs. Mutant Zombie



Deynes riuscì ancora una volta ad evitare il colpo, e rotolando a destra arrivò al lato estremo, accanto i macchinari. Non gli sarebbe più stato possibile rotolare sulla destra. Il mostro quasi come un ciclo ripetitivo si apprestava ad alzare nuovamente il braccio mutato, per schiantarlo sulla testa del malcapitato, mentre proprio quest'ultimo si apprestava a sparare altri 5 colpi. Non brillavano certo di originalità offensiva.
Guizzi di sangue schizzavano fuori senza controllo dalle ferite inflitte alla creatura, ma questo fu l'unico risultato. Appena dopo aver sparato gli altri colpi, sentì una strana vischiosità sulla base del torace. Dai tubi che componevano il macchinario, oltre al fumo, stava cominciando a sgorgare un liquido che, in base al colore e all'odore, doveva trattarsi di petrolio . La quantità persa era tale da aver già in parte "bagnato" Deynes che si trovava a terra. Parte del liquido aveva invece raggiunto i piedi della creatura, che, assolutamente non curante di simili dettagli si preoccupava solo di continuare a menare martellate verso l'uomo.
D'altro canto, il soldato poteva forse approfittare della situazione, ma il rischio era molto alto, essendo imbrattato lui stesso dal liquido.

Le munizioni scarseggiavano, e l'aria diventava sempre più rarefatta. Doveva decidere in fretta.


CITAZIONE
-Per i giocatori non coinvolti allo scontro il post da master è il seguente: 5/5/2016, 12:17
 
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Strateia
view post Posted on 9/5/2016, 15:00




La situazione era totalmente sfuggita di mano al mercenario USF. Il mostro sembrò non mollare l'osso e provo di nuovo ad attaccare Deynes. Ma quanto ci metti a crepare!? Deynes notò il vischioso liquido nero fuoriuscire dai macchinari , ma i suoi occhi brillarono quando lo stesso liquido andò sotto i piedi del mostro. È un rischio che devo correre! Deynes sparò ai piedi del mostro , dritto contro la sostanza infiammabile. Muori! prima di fare tutto questo ,ovviamente , rotolò all'indietro e prese le dovute distanze per evitare di essere preso dall'esplosione.
 
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view post Posted on 9/5/2016, 15:52

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~ FASE DI COMBATTIMENTO ~

Deynes Foulker vs. Mutant Zombie



Deynes optò dunque per la soluzione più diretta, essendo ancora sdraiato a terra gli ci volle qualche secondo per mettersi in una posizione agevole e rotolare indietro, e questa volta evitò il braccio mutato per miracolo. Con la rotolata riuscì a prendere circa un metro aggiuntivo di distanza dalla creatura, e dunque sparò un colpo ai piedi del mostro.
Era abbastanza distante da non essere coinvolto subito dall'incendio che ne scaturì immediatamente, inghiottendo la creatura che urlava a squarcia gola.
Tuttavia il fuoco seguì la scia di petrolio che fuoriusciva dai tubi, e raggiungendoli, causò l'esplosione del macchinario. Deynes che, seppur si fosse efficacemente allontanato dalla creatura, era rimasto sulla destra, pericolosamente vicino alla macchina. L'esplosione, infatti, lo coinvolse in parte e, investito dalle fiamme, il petrolio che lo aveva imbrattato si "accese". Mentre a causa della forza d'urto, l'uomo venne sbalzato via fino all'altra parte del corridoio, ricadendo di schiena, a pancia in sù.
Deynes ancora vivo, ma ferito, poteva vedere la fiamma cominciare ad inghiottirlo.
Il mostro in una situazione ben peggiore di Deynes, prima in fiamme e poi sbalzato anch'essi dall'esplosione, continuava ad urlare con un suono del tutto innaturale mentre si contorceva a terra tra le fiamme, a pochi metri in avanti dalla posizione del soldato.
Il macchinario era adesso diventato una gigantesca pira. Il fuoco si diramava ovunque il liquido nero si trovasse, e la situazione si era fatta forse ancora più drastica.
Ma proprio quando il soldato stava quasi perdendo conoscenza e pensava di essere arrivato al capolinea, forti getti d'acqua arrivarono dal soffitto. Il sistema anti-incendio si era appena attivato per cercare di domare le fiamme.
E come se nella stanza si fosse appena scatenato un acquazzone, le fiamme che cercavano di inghiottire Deynes furono cancellate, così come anche quelle che avevano avvolto la creatura, che adesso giaceva a terra immobile: carbonizzata.
Le fiamme del macchinario, seppur arretrate, vivevano ancora, ma il pericolo dell'incendio sembrava superato.


"PROGRAMMA ANTI-INCENDIO: ATTIVATO
INCENDIO IN SALA MACCHINE: INDIVIDUATO
A TUTTO IL PERSONALE: EVACUARE
ARRESTO MACCHINE AUTOMATICO: ATTIVATO
APERTURA PORTE SALA MACCHINE AUTOMATICO: ATTIVATO

ATTENZIONE: EVACUARE, A TUTTO IL PERSONALE EVACUARE



La voce robotica echeggiò per tutta la sala, e il rumore dei macchinari si arresto progressivamente, facendo piombare tutto nel silenzio. Si sentì un altro rumore metallico, breve e chiaro, come un segnale. Sentì poi il pesante rumore delle porte di metallo che si aprivano in automatico per permettere al personale di evacuare facilmente, come la voce aveva preannunciato.
I lamenti dei non-morti che aveva abbandonato dietro di se, erano adesso nuovamente predominanti. Il sistema anti-incendio automatico che lo aveva appena salvato, lo aveva anche inconsapevolmente esposto ad un pericolo ancora più terribile, aprendo la via agli zombie che il soldato aveva seminato poco prima.


-31% ustioni medie al braccio destro (dalla spalla al gomito), ustioni di medie entità sulla gamba destra (coscia), ustioni gravi al torace.
Condizioni dell'equipaggiamento: Giacca tattica carbonizzata in zona del torace e parte del braccio destro.
Pantaloni lievemente danneggiati dalla fiamme, sul lato destro.




CITAZIONE
-Per i giocatori non coinvolti allo scontro il post da master è il seguente: 5/5/2016, 12:17

~ FASE DI COMBATTIMENTO CONCLUSA~

 
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view post Posted on 12/5/2016, 12:37
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Non ce la posso fare.. Aiuto..

Mason stava nuotando più in fretta possibile. Avrebbe voluto che fosse un sogno. Ma il freddo dell'acqua gli ricordava che non era così. Cazzo, la morte lo stava venendo a prendere.

Non ora..

Avrebbe preferito morire annegato, piuttosto che essere l'antipasto del calamaro. Il ragazzo continuò a nuotare alla ricerca di un pertugio che magari risalisse.
Speranze? No, cazzate! Era fritto, già se lo immaginava, una vita persa sotto una fottuta piattaforma. Ma come gli era venuto in mente di fare quella stronzata?! Poteva starsene bello tranquillo a Milwaukee a godersi lo scantinato di papà. Col cavolo, adesso era più carne fresca per gli abissi che altro.

Morire così era da imbecilli.

HO CAPITO, DOVEVO MORIRE ANCH'IO QUELLA SERA!

Mason era vicino al soffocamento. Imprecò a mente varie volte mentre nuotava verso il buio.
Ripeté spesso: tutto, tutto tranne essere la vittima di quello scherzo della natura.
 
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Killuah™
view post Posted on 15/5/2016, 09:49




AHAHAHAHAHA, CREPA, MAIALE BASTARDO!!!
Subito dopo aver esclamato tali parole, Roy notò che uno dei vermi dell'essere si era attaccato alla sua mano
Eh? Che c'è, ti sei affezionato a me adesso? AHAHAHA
Dopodichè, con totale disinvoltura, prese il verme e lo gettò via.
Nonostante l'euforia, anche uno come Roy si rese conto che la cucina non sembrava poi tanto sicura come credeva, e che probabilmente sarebbe dovuto uscire di li a breve.

Edited by Killuah™ - 16/5/2016, 13:40
 
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_Blackbird_
view post Posted on 17/5/2016, 19:36




"Un uomo seminudo che stringendo una banana si incammina per uno scuro corridoio!" ... Sarebbe una trama perfetta per un film porno gay..."

Scimmiottò sulla situazione in cui si trovava, giusto per allentare la tensione. Un altro dei trucchetti che il Dott. Marv gli aveva insegnato. Tenere la tensione ed il nervosismo sotto i "livelli di guardia" era un modo per non finire vittima delle sue crisi. Finché riusciva a scherzare su situazioni anche gravi era ancora tutto ok.

Fu solo quando con il piede urtò la torcia sul pavimento che si rese conto di essere automaticamente e quasi senza cognizione di causa avanzato fino al punto da cui si generava il fascio di luce, come se ne fosse stato attirato. D'altronde, era una cosa che doveva fare. Il corridoio era reso praticamente totalmente buio dal fascio di luce stessa, che con la sua intensità non permetteva di notare cosa celasse il buio stesso. Raccolse la torcia con fare quasi distaccato, quasi incurante degli urli che fino a poco prima riempivano il corridoio in cui si trovava.

Che strane mattonelle... Bizzarra scelta quella fila centrale di mattonelle rosse fino alla porta! Mi ricorda un tappeto rosso che ti invita ad entrare in un locale! Ma si, andiamo.

Il sangue era una delle cose che scatenavano in Edward le sue crisi. Nel suo cervello era scattato automaticamente il suo "meccanismo di autodifesa", associando immagini negative ad oggetti o situazioni innocue. La prima associazione di idee utile fu quella del tappeto rosso che correva lungo un pavimento.

Con la torcia in mano, avrebbe dato una rapida occhiata intorno le quattro pareti del corridoio. Se la memoria non lo ingannava, non avrebbe trovato nulla degno di nota, ma non si sa mai nella vita. Infine si sarebbe cautamente portato a ridosso della porta dell'ufficio del Dott. Marv, posizionandosi sul lato opposto al senso di apertura. Non veleva che qualcuno gli sbattesse quel massiccio pezzo di legno sul naso improvvisamente.
Qualora il silenzio fosse stato ancora sovrano, avrebbe bussato alla porta per vedere che tipo di reazione avesse portato il suo gesto.
 
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Strateia
view post Posted on 6/6/2016, 15:38




Quasi distrutto dall'esplosione e dalle fiamme Deynes stava per morire....Oppure no? Dovevo allontanarmi di più , maledizione! Il sistema anti-incendio lo salvò per miracolo e la vita riprese a scorrere negli occhi di Deynes. Vaffanculo! Ormai deciso a proseguire , seppur ridotto male , andò dritto e sorpasso il cadavere del mostro ormai incenerito. Vediamo cosa c'è qui. Si guardò intorno e avrebbe varcato qualunque porta si sarebbe aperta per sfuggire agli infetti famelici. Se , per pure sfortuna , la porta sarebbe chiusa , egli avrebbe sparato alla serratura per poi sfondarla con un calcio.
 
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view post Posted on 16/6/2016, 12:12

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Bering Sea
- Oil Plant, C1 AREA - OIL PLANT MEDICAL DEPARTMENT, Ward 07:41 AM


EDWARD D'ANGELO



Edward prese dunque la torcia e la utilizzò per guardarsi intorno, nulla di utile, ma neanche brutte sorprese. Pote tirare un sospiro di sollievo mentre, attirato dal "red carpet", lo seguì senza, o quasi, timore. Avvicinandosi la porta fu impossibile non calpestare in parte il sangue, che venne a contatto con il piede nudo dell'uomo. Caldo e denso, quasi più piacevole di calpestare un vero tappeto. Ma quale uomo non avrebbe quanto meno sussultato a contatto con quel caldo liquido rosso?
La porta era semi chiusa e all'interno della stanza non sembrava provenire alcun suono a parte uno strano rumore persistente, come di qualcuno che cammina su una pozzanghera, o in mezzo al fango. Edward doveva adesso decidere se bussare come pianificato o escogitare qualcosa di diverso. Il corridoio si snodava e proseguiva poi a destra, pochi passi in avanti. Dalla sua posizione Edward non poteva vedere dove proseguisse, ma certamente era altrettanto immerso nell'oscurità, come tutto il resto.







Bering Sea
- Oil Plant, ??? 07:50 AM


DANIEL WAITS & MASON WARNER



Daniel completamente sopraffatto dal dolore e dalla paura non riuscì a reagire in tempo alla situazione drammatica in cui si trovava. La creatura, a cui appartenevano i tentacoli, come se avesse captato il segnale di resa dell'uomo, utilizzò uno dei giganteschi tentacoli per stringere in una morsa il corpo del povero Daniel per poi trascinarlo, in silenzio, verso gli oscuri abissi che si stendevano al di sotto della piattaforma. Sicuramente, nessuno avrebbe più rivisto Daniel Waits ancora in vita.

Mason continuava a nuotare seguendo il condotto che sembrava non avere una fine, sapeva di star terminando il fiato disponibile e la paura di morire gli fece tornare in mente oscuri ricordi del suo passato.
Ad un certo punto però, credette di acquisire velocità, e gli ci volle poco per capire che non dipendeva dalle sue abilità da nuotatore. L'acqua stava venendo risucchiata lungo il condotto, prima lentamente poi sempre di più e più velocemente, non lasciando scampo al ragazzo che venne letteralmente, come l'acqua, trascinato dalla forza che si era messa in moto. La violenza diventò tale da far perdere la cognizione dello spazio al ragazzo, imprigionato nel turbine di acqua che stava risalendo il condotto. Sbattè diverse volte la testa quando il condotto assumeva curvature irregolari, ma che fortunatamente non provocarono dei veri e propri danni. Per un attimo, però, l'insieme del tutto gli fece perdere conoscenza.
L'attimo dopo si era risvegliato in una stanza buia, il cui unico suono era quello di un familiare ronzio metallico, probabilmente di un macchinario o simile. Galleggiava sulla superficie dell'acqua ma si trovava sicuramente in un luogo chiuso. Non si era ancora reso ben conto della situazione, ma era ancora vivo e poteva respirare senza problemi. L'acqua non era più fredda, ma si era scaldata a tal punto da risultare quasi piacevole, come un bagno alle terme.
Dopo aver adattato la vista alla condizione di penombra della stanza, il ragazzo pote constatare di trovarsi all'interno di una grossa vasca, e ve ne erano altre identiche che circondavano un grosso macchinario, origine del ronzio che aveva, e continuava, a sentire.
Le vasche erano allo stesso livello del pavimento, quindi non doveva rappresentare un problema per Mason uscirne. La stanza, o meglio, la sala era molto grande. In una situazione di quasi totale oscurità, il ragazzo intravide però una doppia porta metallica poco distante dalla sua posizione, a nord. Altri macchinari e relative vasche riempivano il resto della stanza.










Bering Sea
- Oil Plant, ??? 07:54 AM


DEYNES FOULKER



Il soldato proseguì, seppur gravemente ferito. Oltrepassò il cadavere carbonizzato della creatura e arrivò dunque al corridoio principale che conduceva ad una porta metallica adesso aperta. Non sembravano esserci pericoli, e anzi, nel corridoio che affacciava orizzontalmente alla porta completamente aperta poteva chiaramente vedere un uomo con addosso la divisa di quella che doveva essere una guardia di sicurezza della struttura. Spalle contro al muro e seduto, o per meglio dire, accasciato a terra apparentemente senza vita. Sia nel muro alle sue spalle, che nella divisa che indossava, vi era una quantità indescrivibile di sangue, spalmato un pò ovunque. Se tutto quel sangue era di quell'uomo non ci si poteva di certo sorprendere che fosse già passato a miglior vita. Quello che però attirò maggiormente l'attenzione di Deynes fu il fucile a pompa che il cadavere teneva stretto tra le braccia e le relative cartucce sparse tutte intorno sul pavimento.
I lamenti e i rumori degli zombie, nel frattempo, si facevano sempre più vicini.




Bering Sea
- Oil Plant, B3 AREA - CANTEEN DEPARTMENT, Bakery 07:43 AM


ROY MITCHEL




Purtroppo lo strana blatta si era "aggrappata" alla pelle di Roy in modo talmente efficace che non c'era modo di toglierla solo con le mani. Inoltre, l'insetto cominciò come a scavare nel braccio dell'uomo provocandogli un forte prurito. Dopo pochi secondi di lavoro l'insetto si era quasi del tutto insediato tra le carni del giovane panettiere e solo metà del ripugnante corpicino era ancora visibile.
Come se ciò non bastasse, un lungo e biancastro braccio si protrasse da sotto il bancone afferrando la caviglia destra di Roy che fu colto alla sprovvista. L'essere era ancora vivo, e con una presa decisa gli stringeva la caviglia mentre l'uomo poteva sentirlo strisciare e mugugnare qualcosa di incomprensibile da sotto il tavolo.
Nel frattempo il forno continuava ad "arrostire" il collega e la baguette. Un lezzo di bruciato aveva pervaso la stanza, in contrasto con l'odore di morte e decomposizione dell'immonda creatura.
 
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Strateia
view post Posted on 16/6/2016, 12:55




Deynes chiuse la porta metallica che si era lasciato alle spalle. Speriamo regga... Il cadavere davanti a sè non lo scosse per nulla , era abituato alla vista della morte. Un fucile ? Ma che bellezza! Con molta cautela Deynes tolse il fucile dalle mani della guardia , vide se c'era ancora qualche colpo in canna per poi prendere le relative cartucce a terra.Questa si che è fortuna... Si preparò quindi a percorrere la strada che si trovava di fronte a sè , nuovo giocattolo in mano , sempre più determinato a finire il lavoro. Come vorrei fare il panettiere.


Che modello è? E quante cartucce ci sono?
 
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view post Posted on 15/9/2016, 09:16
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Mason credette di morire.
Ancora scosso da quello che aveva visto, dopo l'inghiottitoio buio che l'aveva trascinato in quella sala, il ragazzo riprese finalmente fiato. Si sporse fuori dalla quella vasca con i gomiti. Rimase qualche minuto a riprendere il respiro, ancora per metà immerso nell'acqua.

... l'ho vista brutta.. dove sono ora?

Sì trascinò in piedi, con fare dinoccolato. Per un attimo si mise le mani tra i lunghi capelli, strizzando gli occhi, togliendosi di dosso il bagnato dal viso. Poi abbozzò il primo passo e disse:

"C'è qualcuno?

Mason si doveva trovare in una specie di sala di controllo di qualche sistema a livelli, o chissà a cosa diavolo serve questo marchingegno.. - Passando affianco, diede meglio un'occhiata al grosso macchinario, tentanto di leggere qualche sigla che gli permettesse di capire cosa fosse e a cosa servisse.
Eppure.. non si era ancora ripreso da quello che aveva visto. Per un attimo, Mason si accovacciò sulle sue gambe.

"Porca di quella puttana. Io non mi drogo, so cosa ho visto! - una smorfia di disapprovazione e un gesto di stizza con la mano accompagnarono quel pensiero.
Mason avrebbe voluto difendersi. Avrebbe cercato nella stanza qualsiasi oggetto che potesse essergli stato utile come arma contudente. "Fanculo tentacoli del cazzo, non mi fottete..

Una porta doppia metallica tagliafuoco gli si palesò al suo sguardo. Via! esclamò, abbozzando una corsa trotterellata. A fine ricerca, Mason avrebbe aperto la porta ma.. con cautela.
 
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_Blackbird_
view post Posted on 4/11/2019, 11:20




"...Qualcuno ha il rubinetto che gocciola?"

Quello fu il primo pensiero dissociativo che gli balenò in mente. Come se ci potessere essere un rubinetto aperto nello studio del Dott. Marv. Non c'era, non c'era mai stato, e lo sapeva. Ma la sua mente ferita funzionava così, o meglio, così gli era stato insegnato dall'ellenico dottore. Per difendersi.
L'unica falla nel "meccanismo di difesa" instaurato dal Dottor Marv, però, era anche bella grossa. Mai avrebbe pensato il Dottore che Edward l'avrebbe dovuta usare in situazioni di pericolo, presunto o tale. In quel momento Edward era esposto, e fragile, ma non lo sapeva. L'unica cosa che avrebbe potuto salvarlo, era l'abitudine.

Fu un ragionamento, un movimento, un modo di approcciarsi alle situazioni automatico, insito nel suo essere fin dai primi giorni dell'esercito. Azioni ripetute fino alla nausea per raggiungere la perfezione, nozioni di guerra applicate alla vita reale, ore ed ore passate a svolgere compiti e movimenti sotto le urla di un Sergente istruttore, oppure battaglie spese sotto il frastuono dei proiettili e delle esplosioni. Nonostante tutto, Edward era ormai una macchina, un automa "senziente", anche in quello stato. Nonostante ciò, le sue azioni andavano pesantemente in contrasto con i suoi pensieri, ed in quelle situazioni era una vista decisamente bizzarra.

Hmmm... Bhè! Sono o non sono il manutentore? Se un lavandino gocciola, tocca a me aggiustarlo! Mi gioco la pensione se non lo faccio.

Il sangue era una delle cose che scatenavano in Edward le sue crisi, questo è già stato detto. Quindi il cervello di Edward decise di ignorarlo, creando quella distopica visione di un tappeto rosso. Un genio non era certo necessario per immaginare dunque da dove nascesse il rumore di "gocciolio", ma questo Edward non riusciva a processarlo, o meglio la sua mente non lo faceva. Il suo corpo invece, oh porco cazzo se lo faceva.

Automaticamente, Aprì in modo impercettibile la porta e poi si portò in posizione di "tactical entry", con il torace pressato contro lo stipite della porta sul lato delle cerniere di apertura. Non prima però di aver posizionato la torcia sul pavimento, facendo in modo che questa avrebbe poi proiettato il cono di luce all'interno dello studio del Dott. Marv.
Edward non lo sapeva, ma questa azione non era tanto atta affinchè lui potesse osservare dentro, ma affinchè chiunque fosse stato all'interno non avrebbe potuto vedere lui.
Nel buio, infatti, è risaputo che chi si trova dietro il con di luce è in grado di vedere, mentre chi ci si ritrova di fronte rimane accecato, poichè la sua vista viene catturata dalla luce. Inoltre, il "buio" nelle immediate vicinanze del cono di luce viene amplificato, permettendo a chi sta dietro la fonte di luce di essere praticamente invisibile. In gergo militare la chiamaono "espansione del buio".
Tutto quello che fece non lo fece consciamente. Un uomo trasformato in un arma, un arma trasfortata in una barzelletta vivente. Questo era il tragico destino di Edward D. D'Angelo.

Non appena fatto ciò, con la mano destra avrebbe spinto la porta in modo deciso ma non brusco, fino a completa apertura per permettere alla luce di penetrare il più possibile.

La sua mente era proiettata in una normale giornata di lavoro, il suo corpo era tornato ai tempi dell'Esercito, era in pericolo e ci si stava buttando dentro. L'unica salvaguardia che aveva era il suo subconscio, e la speranza che quello sarebbe bastato.

Ora, vediamo dov'è questa perdita...
 
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